Forlì città educativa. Storie di asili e storie di città nel Novecento
Eloisa Betti (ed.)
(BraDypUS Communicating Cultural Heritage, Roma 2019)
La mostra ricostruisce la storia degli asili forlivesi, intesi come asili nido e scuole dell’infanzia (0-6 anni), nel periodo compreso tra gli ultimi decenni dell’Ottocento e i primi del nuovo Millennio. La relazione tra asili e città è al centro del percorso proposto, che spinge a riflettere su come Forlì assurga a città educativa, basata su un sistema formativo integrato, in oltre un secolo di storia. Una storia che vede un ruolo centrale dell’ente pubblico, sia nel sostenere le pionieristiche iniziative private tardo ottocentesche sia nel promuovere una rete di servizi educativi pubblici negli anni Settanta e, infine, nel coordinare la rete di servizi pubblici e privati negli anni Duemila.
Il percorso tracciato dai pannelli è articolato in cinque parti. Trae origine dalle fonti documentali e fotografiche conservate negli archivi cittadini: gli archivi dell’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Forlì-Cesena (in particolare l’Archivio UDI di Forlì), le biblioteche comunali Aurelio Saffi e Duilio Santarini e l’Archivio di Stato di Forlì-Cesena. Preziose collezioni, come l’Archivio fotografico Edgardo Zoli, e gli album fotografici dell’Archivio Santarelli, hanno consentito di ricreare una memoria visiva degli asili forlivesi.
La prima parte affronta l’educazione all’infanzia a Forlì tra età liberale e fascismo, approfondendo la nascita e istituzionalizzazione dell’asilo froebelliano negli ultimi decenni nell’Ottocento, la creazione dei primi asili nido di fabbrica negli anni Venti, lo sviluppo degli asili dell’Opera Nazionale Maternità e Infanzia (ONMI) e dell’Istituto Provinciale per l’Infanzia (IPI) e, infine, gli asili in guerra. La seconda tematizza la ricostruzione dei servizi educativi all’indomani della Seconda guerra mondiale, approfondendo le continuità rappresentate dall’ONMI e dall’IPI e le discontinuità, esemplificate da un rinnovato ruolo delle donne e degli enti locali nel promuovere asili di tipo nuovo. La terza tratta della fase costitutiva dei servizi all’infanzia comunali, l’innovazione ed espansione territoriale degli anni Settanta trainata da figure come Maria Belli e Duilio Santarini, il consolidamento degli anni Ottanta e la creazione del sistema integrato pubblico-privato degli anni Novanta-Duemila, nonché la creazione del Centro di documentazione oggi Biblioteca pedagogica Duilio Santarini. La quarta sezione approfondisce gli scambi e i network tra locale e globale di cui sono stati protagonisti gli asili forlivesi dagli anni Settanta a oggi, con un focus specifico sulla visita di Gianni Rodari a Forlì nel 1974. L’ultima sezione ricostruisce per immagini la lunga parabola dell’Asilo Santarelli, a lungo definito l’asilo di Forlì, dalla creazione nella seconda metà dell’Ottocento alla chiusura avvenuta nel 2012.
Alle cinque sezioni se ne aggiunge una sesta con manifesti e documenti esposti in originale. I manifesti dell’UDI consentono di ripercorrere le parole chiave scandite dalle donne tra anni Sessanta e Settanta in quella “battaglia per gli asili” di cui furono protagoniste con altre donne di ogni schieramento politico. I materiali originali presentati nelle teche – documenti d’archivio, fotografie, riviste, manifestini e cartoline – permettono di cogliere aspetti della vita quotidiana e dell’organizzazione degli asili in varie epoche storiche, nonché momenti salienti della costruzione dei servizi e della mobilitazione femminile. Materiale multimediale è proposto nelle proiezioni in loop all’ingresso della mostra, nella lavagna a corredo del diorama e nei touch screen che animano le varie parti del percorso. I video sono stati realizzati grazie ad una raccolta di memorie orali sulla storia degli asili forlivesi avviata in occasione del Santarelli Day 2019 tra gli ex-alunni del Santarelli e proseguita con il coinvolgimento di genitori, insegnanti, pedagogisti, operatori dei servizi, amministratori e responsabili di associazioni femminili (UDI e CIF).
Eloisa Betti è docente a contratto di Storia del lavoro all’Università di Bologna. È stata Visiting Fellow alla School of Advanced Study (Londra) e all'Institute for Human Science (Vienna). È co-coordinatrice del Feminist Labour History Group (European Labour History Network), del Progetto Archivi dell’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Forlì-Cesena e del progetto “Genere, lavoro e cultura tecnica tra passato e futuro” promosso dell’Archivio storico Udi Bologna, di cui è responsabile scientifica. È autrice di Precari e Precarie. Una storia dell’Italia Repubblicana (Carocci, Roma 2019).
Ha collaborato alla curatela Marta Magrinelli. Specializzata in storia dell’arte contemporanea, è esperta nella conservazione, catalogazione e valorizzazione di patrimoni fotografici. È collaboratrice del Progetto Archivi dell’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Forlì-Cesena, per il quale si occupa della gestione degli archivi extra-documentali.